giovedì 9 dicembre 2010

Adriano Parracciani - un 2011 QuRioso


La domanda posta è: quali scenari digitali prenderanno forma il prossimo anno? Non essendo sicuro della risposta ho fatto un giretto con la DeLorean dalle parti del 2011, ed ora che sono appena tornato dal futuro prossimo posso raccontarvi cosa ho visto. Anzi, mi soffermerò in particolare su una delle cosedigitali venute a galla: i codici QR

In quel 2011, nelle librerie iniziavano a vedersi i primi book-e, libri cartacei che grazie ai codici QR permettono di accedere a contenuti digitali dal proprio cellulare. Si inquadra, si scatta, si accede ad internet e si visiona il contenuto multimediale

Ho visto una ragazza comprare il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, si è seduta al bar ed ha iniziato a leggerlo; dopo qualche pagina l'ho vista prendere lo smartphone, inquadrare un piccolo codice stampato di fianco al testo, scattare l'immagine e godersi un breve video che illustrava i luoghi del viaggio di Phileas Fogg e Passepartout.

Ho notato che molti manifesti pubblicitari sparsi per la città avevano inclusi questi codici QR, a volte anche di grandi dimensioni, e non poche persone si fermavano per scattarli con il cellulare. Una di loro ha esultato perché dopo lo scan del QR aveva ricevuto un buono sconto del 15%.
Dall'altro lato della strada un signore fermo all'edicola stava scattando un QR per scaricare sul cellulare i nuovi sudoku della settimana.
Nei quotidiani molte pagine riportavano questi codici bidimensionali a fianco degli articoli e potevi vedere sempre più persone intente a fare lo scanning per accedere al contenuto.
Un ristorante aveva messo all'entrata un codice QR che dava il menù del giorno aggiornato con tanto di prezzo; e in alcuni cinema era possibile prenotare scattando un QR stampato sulla locandina. Nelle catene di distribuzione era possibile avere informazioni aggiuntive su alcuni prodotti, tra cui i commenti degli utenti o le recensioni tecniche di specialisti.

Insomma in quel 2011 i QR iniziavano a diffondersi a macchia d'olio un po' ovunque.

Torniamo al presente. I codici QR benché tecnologia matura nel settore del tracciamento delle merci (soprattutto nel sol levante), potrebbero riprendere nuova vita e nuova sostanza in molti altri settori ad esempio come interfaccia di comunicazione per il marketing, o nei sistemi di infotainment, nei role games, e nei mobile payment. Sono gia tantissimi i casi applicativi in questi settorei dove l’uso seppur pioneristico dei QR si sta diffondendo.
Si va dalle campagne pubblicitarie di grandi marchi del lusso e del beverage, ai sistemi di prenotazione di videogiochi o di ingressi al cinema. La catena di caffetterie Starbucks, ad esempio, sta adottando un sistema di pagamento basato su un QR caricato sul proprio cellulare; in questo modo si evita ache di dover stampare ticket o fidelity card.

Nel settore dell’education l’uso di questi codici potrebbe abilitare e agevolare modalità di accesso alla conoscenza non solo più innovative ma anche più accattivanti soprattutto per i più giovani. Si pensi ad esempio a manuali, guide e libri di testo che permettano di accedere a filmati, interviste, mappe, a contenuti multimediali dinamici tra cui anche quelli prodotti dagli studenti stessi (gli UGC di cui ha parlato Emanuela Zaccone).

L’integrazione tra il cartaceo ed il digitale è sicuramente un motore fondamentale per il successo di questi codici, anche perché rappresenta una diversa idea di evoluzione del libro, che oltre a quella degli ebook potrebbe avere un suo valore ed un suo impatto nel breve-medio periodo.
Ma non ci si ferma all'integrazione cartaceo-digitale. Altrettanto importante è l’uso che di questi codici se ne può fare ad esempio nelle città, nei parchi pubblici. Come è stato fatto a New York con il progetto Turning New York's Central park in an interactive board games dove è possibile vivere i parchi cittadini in nuova esperienza ludica-culturale interattiva. I parkcodes sono sparsi qua e la per i sentieri e per i luoghi del parco, e permettono di accedere a contenuti aggiuntivi; ad esempio vedere la scena di un film girata nello stesso luogo dove ci si trova, oppure ascoltare un concerto realizzato il mese precedente, o magari vedere com'era quella particolare inquadratura cento anni prima. E poi storie, aneddoti, dati storici, approfondimenti sulla flora e sulla fauna, senza sistemi elettronici da installare e manutenere.

Questi codici bidimensionali da cui sta nascendo anche una nuova forma di arte, rappresentano un sistema a basso costo per l'introduzione della realtà aumentata, portando elementi digitali aggiuntivi alla nostra esperienza analogica quotidiana
I codici QR possono essere facili abilitatori dei processi di narrowmarketing di cui parla Simone Corami, cogliendo a pieno il paradigma di questa invisibile rivoluzione antropologica che sta creando il web. La narrazione è il nuovo quanto antico modello di accesso alla conoscenza ed alla socialità che si sta affermando, e l'uso diffuso ma intelligente dei QR lo può appunto facilitare.

Allora, i QR avranno successo? Forse si, perché la tecnologia è a basso costo è si basa sul semplice uso del sistema di comunicazione più diffuso al mondo: il cellulare.
Ma potrebbero anche non avere alcun successo se non utilizzati a dovere e non divulgati a dovere. Come sta accadendo su alcune riviste, o si alcuni libri che riportano dei codici praticamente illeggibili. Se queste tecnologie non funzionano subito quando vengono introdotte, sono velocemente abbandonate, e non perché inapplicabili ma per mancanza di capacità, di professionalità e di competenza da parte di coloro che se ne dotano in maniera superficiale.

In conclusione, nel viaggio dentro il 2011 ho visto un affermarsi dei codici QR che incominciavano a vedersi un po’ ovunque. Attenzione però: sapete che la DeLorean ogni tanto ha dei problemi con il flusso canalizzatore e quindi potrei anche essere finito in un 2011 parallelo.

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3 commenti:

  1. Mi chiedo : perchè illeggibili?
    cosa c'è di difficile nel riportarli?
    Io ci credo nella loro diffusione, secondo me il problema sta tutto nella diffusione del cellulare giusto, il resto verrà da se!!!

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  2. Sono illeggibili perché spesso sono troppo densi di contenuto rispetto alla piccola dimensione che stampano e quindi il cell non li risolve. La cosa grave è che non li testano prima di pubblicarli

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  3. anche perchè sanno che sono in pochi a leggerli e protestare!!!!
    Ancora pochi!!!!

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