lunedì 6 dicembre 2010

Ivan Grossi - L'ARCA DIGITALE DELLA CULTURA ITALIANA

L'Arca Digitale della Cultura Italiana

Il contesto in cui si vuole intervenire

La cultura italiana, analogamente alle tante altre culture minoritarie – nell’accezione che sono condivise da un numero di individui esiguo rispetto quelle che possono contare su centinaia di milioni se non miliardi di individui – , trarrebbe notevole forza per far giungere alle nuove generazioni il proprio bagaglio identitario se fosse messa in grado di “salpare sul mare di Internet” con la stiva piena di oggetti culturali in formato digitale.

Quest’ ”arca digitale” avrebbe il grande merito di rendere accessibili anche attraverso la Rete tutte le forme in cui si esprime la nostra cultura e potrebbe raggiungere anche coloro che non vivono più in questo Paese ma ne sentono ancora il forte legame. Si sta parlando degli italiani di prima, seconda e terza generazione (se non di quarta) che ancora conservano, spesso attraverso forme linguistiche cristallizzate e riti non più praticati in patria, quel legame con il Belpaese da cui i loro antenati provengono.

La valenza, tuttavia, dell’arca digitale non è apprezzata solo da queste esigue – numericamente parlando – culture ma anche da quelle ben più numerose e ricche (non solo di cultura). Si sta parlando degli Stati Uniti e dell’Unione Europea che attraverso la Library of Congress, il primo già dal 1966, ed il progetto Europeana, avviato solo negli anni scorsi, il secondo - per citare solo i due più rilevanti – i quali hanno deciso di portare i rispettivi patrimoni culturali sulla Rete. Questi progetti, tuttavia, si "limitano" alla sfera delle culture ufficiali (più completo quello statunitense perché coinvolge anche gli archivi di stato), tralasciando tuttavia entrambi le culture popolari e non realizzando un processo osmotico fra il presente ed il passato per darlo in eredità al futuro.

Manca tuttavia una visione di sistema che permetta ad ogni forma di cultura di essere tramandata alle future generazioni. Si potrebbe obiettare che anche la cultura, o meglio le diverse espressioni di fenomeni culturali, ubbidiscono alle leggi darwiniane: chi ha la forza per sopravvivere arriva al domani, gli altri sono destinati a soccombere. Purtroppo finora le culture che sono state tramandate sono quelle dei vincitori, dei più forti militarmente ed economicamente e non necessariamente le migliori. Credo che il processo darwiniano non sia qui utilizzabile in quanto la valenza culturale di una lingua non dipenda solo da quante persone la parlino. Uno slogan, utilizzato dalla manifestazione Futurshow, riassume sinteticamente il problema: CHI NON C'E' NON CI SARA'.

La “Vision”

Obiettivo generale: Creazione dell’Arca Digitale della cultura italiana e delle culture locali e determinazione delle condizioni per il suo permanente mantenimento ed aggiornamento.

Obiettivi specifici: Il progetto vuole favorire la creazione della memoria digitale della cultura italiana attraverso la realizzazione:

a) dell’archivio della memoria condivisa,

b) l’archivio dell’agorà,

c) l’archivio delle persone.

I tre archivi non sono “logicamente” disgiunti ma rappresentano punti di accumulazione omogenei per le soluzioni tecnologiche necessarie.


L’archivio della memoria condivisa

Questo tipo di “memoria” è quello attualmente più accessibile attraverso la Rete grazie a progetti come quello della Library of Congress.

Nel primo archivio sarà disponibile (ed in parte già lo è) il sapere delle biblioteche, dei musei, delle fonoteche, degli archivi fotografici; gli archivi dei quotidiani e dei periodici anteriori ad una certa data; il materiale che attualmente approda agli Archivi di Stato; i programmi radiofonici e televisivi (per i quali non sia previsto o sia decaduto il copyright); il materiale degli Enti e delle Fondazioni private disponibili a condividere i documenti in loro possesso. Questo archivio ospiterà anche la versione dei libri (in forma digitale) di cui sono scaduti i diritti d’autore ed i testi orfani (almeno fino a quando non saranno più tali). L’archivio potrebbe contenere anche la versione crittata delle opere pubblicate in Italia (copie delle quali per legge devono essere depositate presso la Biblioteca Nazionale) accessibili solo dopo la scadenza del diritto d’autore; lo stesso dicasi per le opere cinematografiche, musicali e fotografiche e dei programmi televisivi e radiofonici che diventeranno accessibili dopo la scadenza del copyright.

L’archivio dell’agorà

L’archivio dell’agorà conterrà invece la traccia del vivere quotidiano: le leggi, le norme, i regolamenti, gli atti delle pubbliche amministrazioni, i documenti di enti, aziende e associazioni sia pubbliche sia private che vogliano rendere accessibili le loro informazioni; i quotidiani ed i periodici più’ recenti (ad esempio degli ultimi 5 anni). I notiziari radio e televisivi degli ultimi 5 anni.

L’archivio delle persone

L’archivio delle persone, infine, permetterà a ciascun cittadino italiano o di origine italiana, ma anche studioso della nostra cultura ma non necessariamente italiano, di portare “il proprio granello di sabbia” sull’arca digitale attraverso le proprie memorie personali, le foto dell’album di famiglia, il lessico conservato nel corso degli anni. Attraverso un meccanismo di riconoscimento (il codice fiscale per i residenti, altro codice per i non residenti) verrà data la possibilità di far salire sull’Arca Digitale la propria storia personale, quella della propria famiglia, della propria comunità.

La Vision tecnologica

Dal punto di vista tecnologico sarà necessario creare tre poli tecnologici, uno per ogni archivio, che abbiano soprattutto il compito di definire le metodologie e gli standard specifici e governi la creazione dell’archivio distribuito integrando quelli esistenti e supervisionando quelli da realizzare. Sarà necessario definire (meglio derivare da uno degli esistenti) un insieme di metadati che permetta di definire innanzitutto l’italianità dell’informazione cui si riferisce e l’archivio di riferimento ed a seguire tutti gli altri elementi (v. Dublin Core). Occorrerà adottare un insieme di metadati omogeneo per tutte le pubbliche amministrazioni (in analogia con quanto già da diversi anni adottato dai governi inglese ed australiano) e sollecitare la componente privata (aziende ed enti) a fare altrettanto. Occorrerà altresì permettere una ricerca orizzontale attraverso tutta la rete di archivi tramite protocolli del tipo Z32-xx e rendere disponibile un motore di ricerca ibrido (composto da una searching engine e da una directory) con disponibilità progressiva di un tesauro multilingue. Il tesauro multilingue permetterà anche a chi non conosce la lingua italiana di ricercare nell’archivio, ottenendo ovviamente documenti in italiano che poi potrebbe farsi tradurre da qualche “translation machine” o traduttore umano.

I Beneficiari

Si potrebbe rispondere, in forma sintetica, a questo quesito indicando come beneficiari tutti coloro che sono espressione della cultura italiana o hanno interessi culturali e/o professionali in questa cultura sia di oggi sia di domani.

Più analiticamente, potremmo individuare diverse fasce di utilizzo, sia verticalmente sia orizzontalmente, in una griglia ideale di contenuti in cui non c’è un uso più nobile ed un uso meno nobile degli oggetti digitali, ma solo utilizzatori con interessi, sensibilità e bagagli culturali e professionali diversi. L’ordine che segue non è quindi una classifica ma solo un elenco dei potenziali beneficiari.

· Ricercatori e studiosi sia delle università’ italiane sia di altre università in cui siano presenti dei dipartimenti di lingua e cultura italiane avranno accesso ad un vastissimo repertorio di documenti in formato digitale.

· Insegnanti e studenti

· Editori, giornalisti, operatori culturali

· Enti, Imprese e professionisti

· Associazioni

· Cittadini

Competenze da mettere in gioco:

  • Archivistiche
  • Biblioteconomiche
  • Antropologiche
  • Artistiche
  • Letterarie
  • Musicali
  • Informatiche
  • Disciplinari (validazione contenuti)
  • ………….

L’impatto economico

Dal punto di vista economico, l’iniziativa essendo del tipo endless, costituirebbe un bacino costante di assorbimento soprattutto di personale qualificato culturalmente e professionalmente. Offrirebbe a laureati di tutte le facoltà un possibile sbocco professionale, a tempo definito o indeterminato.

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